Qualche volta affermiamo di conoscere qualcosa, così come possiamo affermare il contrario.
Sbagliato.
Sbagliato.
In ogni caso affermiamo di sapere più o meno bene un aspetto di qualcosa che potrebbe essere, ad esempio l'atomo, il termine entropia, la chimica, la legge xxx/xx ecc...
Anche se non conosciamo bene la struttura, ad esempio, dell'atomo, sappiamo che esso esiste. Eventualmente possiamo essere a conoscenza di altri particolari che ci spingono sempre più nello specifico, come gli elettroni, protoni, neutroni, mole ecc...
Il non sapere non esiste, solo conoscendo capiamo che non sapevamo.
Come poter immaginare quindi il nostro Io nell'atto della non-conoscenza? Immaginandoci nel passato quando ancora un certo concetto non era entrato in noi. Facendo così, però, elaboriamo i ricordi e li ancoriamo attorno a tale concetto, commettendo perciò un errore cognitivo e falsificando i ricordi. Perciò quel che facciamo ricorrendo all'uso della memoria è solo un calcolo euristico senza reale attendibilità.
Il non sapere non esiste, esiste solo come concetto, come un qualcosa a posteriori riguardo ad una certa entità.
Qualcuno dice cinicamente "so di non sapere", in realtà non sappiamo di sapere (oppure sappiamo di sapere molto poco).
Cosa ne deriva? Che anche un termine inventato da noi può diventare una realtà (un sapere) se dotata di una qualche caratteristica. Pensate a quante esclamazioni di comici sono diventate dei tormentoni molto efficaci se detti in determinate circostanze (l'applicabilità o no di un tormentone segue delle leggi e la legge è conoscenza).
GRADI DI CONOSCENZA:
- CONOSCENZA DELL'ESISTENZA
- CONOSCENZA MACRO ATTRIBUTO
- conoscenza di altri (potenzialmente infiniti) attributi (dipende se l'oggetto è astratto o concreto, più facile nel primo caso ma anche nel secondo è possibile grazie alla scienza)
- CONOSCENZA MICRO ATTRIBUTO (infinitesimale)